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LE PRINCIPALI AVVERSITA’ LE PRINCIPALI AVVERSITA’
OCCHIO DI PAVONE
•Sulle foglie: la pagina superiore delle foglie manifesta macchie circolari di colore bruno, giallastro o verdastro, di diametro che può andare da due millimetri ad un
centimetro.
•Poco a poco le macchie diventano nerastre a seguito della comparsa delle spore.
•Dopo la dispersione delle spore le macchie diventano biancastre a seguito di una camera d'aria che si forma tra la cuticola della foglia ed i tessuti sottostanti.
•Sulla pagina inferiore delle foglie si nota un annerimento della nervatura centrale. L'attacco sul picciolo si manifesta con un restringimento del diametro che
determina l'ingiallimento delle foglia e la sua caduta.
•Sui frutti, l'attacco sui frutti è raro e si manifesta principalmente alla maturazione.
•Sul peduncolo, compaiono delle macchie scure, il blocco del passaggio di linfa causa la caduta dei frutti. L'attacco avviene all'inizio della formazione dei frutti o
alle prime fasi della maturazione
Descrizione e sintomi
Biologia
•I conidi trasportati dal vento e dalla pioggia vanno a depositarsi sugli organi sani della pianta assicurando la propagazione della malattia.
• In condizioni favorevoli di umidità e temperatura i conidi liberano le zoospore, queste germinano e sviluppano un micelio nello spessore della cuticola senza colpire
i tessuti.
•Questo micelio si nutre per osmosi a partire dalle sostanze cellulari del tessuto epidermico.
• Il micelio poi emette verso l'esterno delle conidiospore che contengono dei nuovi conidi che chiudono il ciclo.
Biologia
•Per lo sviluppo del fungo sono necessarie condizioni ambientali in grado di favorire la germinazione delle zoospore, in particolare sono necessari temperature medie
superiori ai 3-5°C (l'optimum è compreso tra 12 e 15 °C), accompagnate da un'elevata umidità ambientale per alcuni giorni. Queste condizioni di solito si verificano in
primavera ed in autunno.
•Esistono differenze a livello varietale nelle risposte al patogeno. Le cultivar maggiormente suscettibili risultano: Pendolino, Moraiolo, Frantoio; tra le più
resistenti si annovera solo la c.v. Leccino
•La durata dell'incubazione della malattia , periodo compreso tra l'infezione determinata dal contatto delle zoospore con i tessuti vegetali e la comparsa delle
macchie, può variare dai 3 ai 5 mesi. Per macchie che appaiono nel mese di luglio si può far risalire l'infezione al mese di aprile
DIAGNOSI CICLOGONIO
soglia di intervento:
30-40% di foglie infette
Danni
•Il danno più grave è quello a carico delle foglie. La prematura filloptosi può verificarsi anche prima della completa manifestazione della sintomatologia tipica, le
macchie fogliari ad “occhio di pavone” .
•Fattori che influiscono sulla defogliazione sono: l'età della foglia (cadono prima le foglie più vecchie), l'intensità dell'infezione, la localizzazione delle
lesioni, agenti meteorologici (vento, pioggia) e la stagione (filloptosi più intense si verificano in primavera).
•La caduta delle foglie può compromettere non solo il raccolto dell'anno ma, in caso di gravi infestazioni, la vita stessa della pianta.
Strategia di protezione
•Trattamenti preventivi con prodotti a base di rame da eseguire prima della germinazione delle zoospore in primavera e in autunno. I prodotti rameici sono impiegati da
tempo con buon successo. La buona resistenza di questi prodotti è nota; tra i rameici, gli ossicloruri sono da preferirsi alla poltiglia bordolese per la possibilità
di eseguire trattamenti in miscela con insetticidi.
•Sono consigliabili due interventi, rispettivamente verso la fine dell'inverno - inizio primavera e dopo le prime piogge autunnali.
•Nel caso che il decorso stagionale sia arido in uno dei due periodi può essere sufficiente un solo intervento anticrittogamico. E’ interessante ricordare che i
prodotti rameici svolgano una duplice funzione di protezione delle foglie non ancora infette ed un'azione defogliante a carico della vegetazione infetta.
•Quest'ultimo aspetto sembra legato a processi di fitotossicità del rame, che riuscirebbe a penetrare nel mesofillo delle foglie attaccate dal patogeno.
•L'importanza di questa azione è legata al fatto che dalle foglie cadute a terra il fungo difficilmente riesce ad infettare di nuovo la pianta.
•Il trattamento all'inizio della primavera, anche se non protegge le foglie che verranno formate nelle settimane seguenti, riduce notevolmente la possibilità che esse
vengano infettate, in quanto elimina buona parte dell'inoculo presente.
misure preventive
MOSCA DELL’OLIVO
•E’ l'insetto più dannoso degli oliveti. E’ un dittero presente soprattutto nelle regioni centromeridionali, ma può colpire in maniera grave anche le zone olivicole
del settentrione.
•Le olive colpite si riconoscono facilmente in quanto in prossimità del punto di ovideposizione la polpa presenta una depressione a contorno triangolare che
successivamente assume una colorazione bruno scuro.
•Sulle gallerie scavate dalle larve in seguito si sviluppano funghi e batteri che provocano marciumi e caduta delle drupe. Come conseguenza a ciò si avrà un aumento
dell'acidità totale degli oli che risulteranno qualitativamente molto scadenti.
PUNTURA
L'uovo è lungo circa 0,7 mm, con una leggera prominenza nella parte posteriore. Viene deposto singolarmente, sotto la pelle del frutto, ad una profondità di circa 2-3
mm. Il periodo di Incubazione delle uova è di 2 - 4 giorni in estate e 10 - 16 giorni in inverno.
uovo
Larva di prima età
larva di prima eta'
Larva di seconda età
larva di seconda eta'
Larva di terza età
larva di 3º età
Il pupario è ellittico, lungo da 3,5 a 4,5 mm e largo da 1,5 a 2 mm. Lo stato di pupa dura da 10 a 14 giorni ad una temperatura di circa 25° e fino a 3 mesi quando la
temperatura scende al di sotto della soglia di sviluppo (7°C).
pupa
•Sverna come pupa nel terreno.
•Dopo lo sfarfallamento degli adulti, la femmina fecondata depone, dalla metà di luglio, un uovo per drupa all’interno della polpa, a fine ovideposizione ogni femmina
può aver deposto 200-250 uova.
•Dall’uovo si forma la larva di prima età che inizia a scavare nel mesocarpo della drupa una galleria sottile e superficiale.
•La larva di seconda età scava una galleria di dimensioni maggiori e si dirige verso il nocciolo senza intaccarlo.
•La larva matura (terza età) ritorna in superficie e pratica il foro d’uscita dato che l’adulto non possiede un apparato boccale dilaniante, si ritrae all’interno
della drupa e si impupa, dopo circa una settimana sfarfalla l’adulto.
MOSCA DELL’OLIVO
influenza temperature e umidita mosca olivo.tif
influenza temperature e umidita mosca olivo2.tif
Danno
•riduzione di produzione dovuta all’asportazione di polpa da parte delle larve
•cascola precoce
•sapore di verme
•aumento dell’acidità
INACIDIMENTO L’olio di oliva è costituito per la quasi totalità (98-99%) da trigliceridi, cioè esteri formati da glicerina e acidi grassi a lunga catena
(prevalentemente 16 e 18 atomi di carbonio).
Una parte degli acidi grassi, tuttavia, si trova allo stato libero (cioè non legato alla glicerina) ed è proprio questa frazione, di solito molto piccola, che
determina l'acidità libera di un olio.
L’aumento dell'acidità libera infatti è dovuto essenzialmente ad un enzima specifico, la lipasi, che si trova nell'oliva ed esercita la sua attività nel momento in cui
entra in contatto con l'olio. In condizioni normali l'olio presente nell'oliva è contenuto in vacuoli, sorta di sacchi intracellulari, che proteggono con una membrana
ogni singola gocciolina microscopica.
Quando, per cause accidentali o per la frangitura, i vacuoli si rompono, l'olio entra in contatto con l'enzima che esercita la sua attività secondo lo schema:
formula
Trigliceride
L’azione della lipasi può continuare anche a carico dei digliceridi, liberando ancora più acidi grassi. L’attività dell'enzima è favorita da temperature relativamente
alte e raggiunge il culmine intorno ai 35-40°C, mentre si riduce col discendere della temperatura fino ad arrestarsi intorno a 0°C.
Comunque l'aumento dell'acidità libera di un olio può avere luogo fin quando nel mezzo sono presenti l'enzima e l'acqua.
Dunque è importante assicurare la massima integrità delle olive sia nella fase di raccolta sia durante il trasporto e la conservazione prima della frangitura.
E’ poi fondamentale la tempestività e il controllo delle condizioni termiche nelle fasi di lavorazione della pasta e nel corso dell'estrazione, è essenziale infine la
perfetta separazione finale olio-acqua di vegetazione.
Per la legislazione un olio extra vergine deve avere una acidità libera massima dell’0,8%.
E’ una tecnica da adottare su ampie superfici (minimo 5 Ha)
Consente una riduzione media del 50% dell’infestazione.
Necessita di un supporto di assistenza tecnica (monitoraggio popolazione immaginale e preimmaginale).
E’ una tecnica che si integra bene con la raccolta anticipata, perché perde di efficacia nel tardo autunno (aumento dell’infestazione e degradazione dei dispositivi).
Costi diminuiti con gli ultimi dispositivi realizzati.
E’ una tecnica a basso impatto ambientale.
E’ una tecnica che rispetta la “pulizia” del prodotto (assenza di residui).
Cattura massiva
estratto dai prodotti dal metabolismo di colture artificiali dell'attinomicete tellurico Saccharopolyspora spinosa un attinomicete presente normalmente nel terreno.
La produzione industriale delle spinosine si svolge su biomasse microbiche artificiali coltivate su appositi substrati. Un ciclo di produzione prevede una fase di
incubazione, con l'inoculo di una coltura di avvio su un substrato glucidico, trasferita poi su un substrato a base di semi vegetali. Segue la fase di allevamento vera
e propria, che si svolge in un digestore, nel quale si accumulano i prodotti del metabolismo. Al termine del processo si provvede all'eliminazione della biomassa
microbica e al recupero del brodo di coltura.
Strategia applicativa
Il Pnigalio mediterraneus Fer. e Del.. Anch'esso è molto diffuso e si sviluppa a spese delle larve immobilizzandole prima di deporre l'uovo. La larva di questo
Calcidoideo è caratterizzata dalla presenza sul capo di due protuberanze coniche. Negli adulti si riscontra una notevole differenza nelle antenne tra i due sessi,
flabellate nel maschio e genicolate nella femmina. II grado di parassitizzazione del P. mediterraneus nei confronti dei vari stati biologici della mosca può
raggiungere valori anche il 50%.
PNIGALIO LARVA
METODI DI LOTTA CHIMICA
La lotta chimica tradizionale prevede, al superamento di soglie stabilite all’1 % per le olive da mensa e al 10-15 % per quelle da olio, l’uso di insetticidi a base di
Dimethoate Formotion, Fention, Fenitrotion, Triclorfon diretti contro le larve. In particolare il primo prodotto è caratterizzato da una forte citotropicità (per
raggiungere le larve nella polpa) e da un'elevata solubilità in acqua per evitare rischi di contaminazione dell’olio con residui.
Z = 0,039 (Fm - 9,7) - 0,186 (Tm - 22,1)
Z = indice di previsione della gravità dell’infestazione.
Fm = numero medio di femmine per trappola cromotropica per settimana.
Tm = media delle temperature medie della settimana di cattura.
Quando il valore di Z >0,10 è consigliabile intervenire al fine di bloccare l’evolversi dell’infestazione.
•I tessuti colpiti sono rami, foglie, frutti e talvolta anche i fiori.
•La presenza del patogeno è riscontrabile per eventuali macchie aride, biancastre, tondeggianti o irregolari sui rami che disseccano con caduta di foglie e frutti.
Lebbra dell'olivo
Agente patogeno: Colletotrichum gleosporioides
Lebbra dell'olivo Agente patogeno: Colletotrichum gleosporioides
•I sintomi di lebbra sono rappresentati da tacche depresse di tessuto marcescente a partire da inizio invaiatura .
Lebbra dell'olivo Agente patogeno: Colletotrichum gleosporioides
•Nei casi più gravi le drupe deperiscono e cadono a terra, altrimenti rimangono pendenti fino all' anno successivo assumendo nel tempo un aspetto rinsecchito da cui i
nome di "mummie". In condizioni di elevata umidità sulle parti colpite si possono osservare le fruttificazioni del fungo di colore rosa
Olive con sintomi di lebbra
Sui frutti si manifestano con macchie brune più o meno chiare, spesso nel punto di inserzione del peduncolo.
Sulle foglie, invece, macchie dapprima verde chiaro poi bruno, prevalentemente lungo i margini e successivamente cadono.
Lebbra dell'olivo
Lebbra dell'olivo
Si conserva sotto forma di periteci, di micelio o di conidi nei frutti marciti, nei semi, nei residui vegetali.
Penetra attraverso aperture naturali (stomi, lenticelle) o ferite. germinazione dei conidi del fungo è possibile soltanto in presenza di acqua.
Esiste un’elevata correlazione con gli attacchi della mosca in quanto le ferite provocate dall’insetto ne favoriscono la penetrazione.
Le infezioni avvengono a temperature comprese tra 15ºC e 25ºC, 22ºC è la temperatura ideale.
Lebbra dell'olivo
•I funghi si localizzano nelle zone concentriche intorno alle macchie e producono una sostanza gelatinosa, inizialmente di colore rosa che vira successivamente al
marrone. A causa di questa caratteristica esteriore la malattia è chiamata "lebbra dell’olivo".
•In seguito, le olive subiscono una disidratazione, raggrinziscono e per concludere mummificano e la parte interna dei frutti marcisce.
•Le principali conseguenze della malattia sono una perdita di peso del 40% - 50%, la caduta anticipata dei frutti (a volte metà del raccolto) e un’elevata acidità
dell’olio estratto con colore e gusto difettosi. L'acidità può raggiungere valori maggiori di 13% e quando gli attacchi sono intensi, gli oli sono chiamati "oli rossi"
a causa del loro colore anormale.
•In alcune annate colpisce rametti e foglie. Dalle olive attaccate si ottiene un olio di qualità molto scadente.
Piombatura dell’olivo
Cercospora cladosporioides
•Il patogeno attacca soprattutto le foglie giovani sulla cui pagina inferiore si sviluppa una muffa di color grigio piombo. Sulla pagina superiore si sviluppano
macchie giallastre o brune, mal definite. Le foglie colpite in autunno cadono nella primavera successiva.
Prodotti fitosanitaria ad azione funghicida
Principio attivo Dodina
Poltiglia bordolese Ossicloruro di rame Idrossido di rame
% p.a. 40%
20% Cu 50% Cu 35% Cu
Spettro d'azione Occhio di pavone. Occhio di pavone, cercosporiosi, Iebbra. Occhio di pavone, cercosporiosi, lebbra. Occhio di pavone, cercosporiosi, Iebbra.
È un piccolo lepidottero, diffuso in tutto l'areale olivicolo, che generalmente non crea danni gravi anche se talvolta può provocare cascole consistenti delle drupe.
TIGNOLA DELL’ULIVO
CRISALIDE
ADULTO
•Si evolve con 3 generazioni all'anno.
•Gli adulti del primo volo sfarfallano in aprile, all'epoca della separazione dei bottoni fiorali. Essi hanno abitudini crepuscolari e sono attivi con temperature di
almeno 12°C. Le femmine fecondate depongono complessivamente circa 200 uova, genenalmente in modo isolato, sul calicetto dei bottoni fiorali.
•Lo sviluppo embrionale dura circa 7 giorni, al termine del quale nascono le larve che si sviluppano a spese dei bottoni fiorali e dei fiori già aperti,
distruggendoli.
CICLO
•Raggiunta la maturità dopo 4 mute si incrisalidano fra i fiori rovinati e i nuovi adulti compaiono dopo 5-6 giorni di vita pupale. Il loro volo avviene alla fine di
maggio o in giugno, con un massimo di presenze intorno alla metà di giugno.
•Le uova vengono deposte sul calicetto delle olive da poco allegate. Le larve si sviluppano all'interno di altrettante olive, passando talora anche in una seconda
drupa.
CICLO
•Raggiunta la maturità fuoriescono dalle olive infestate per incrisalidarsi e dare gli adulti del terzo volo a partire dai primi di settembre.
•Dalle uova deposte prende così avvio la generazione fillofaga, le cui larve mature si incrisalidano entro un leggero bozzetto tessuto tra le foglie o nelle
anfrattuosità della corteccia
CICLO
DANNI
•Il danno maggiore è provocato dalla seconda generazione che causa una cascola precoce dei frutticini (giugno-luglio) al momento della penetrazione delle larve e una
in settembre alla fuoriuscita dalle stesse delle larve mature.
•Molto spesso il danno non è valutato in modo adeguato dagli olivicoltori che confondono la cascola suddetta con quella provocata da mancata allegagione, siccità, ecc.
•Eventuali provvedimenti di lotta possono essere adottati nei confronti della generazione carpofaga. A tal fine occorre individuare il massimo volo degli adulti.
•E opportuno controllare i picchi di sfarfallamento mediante l'uso delle trappole a feromoni per poi intervenire circa una decina di giorni più tardi con, metidation,
fenitrotion microincapsulato, fosmet triclorfon .
•Tale intervento viene a collocarsi di norma alla fine di giugno-primi di luglio, prima dell'indurimento del nocciolo, nella fase fenologica del "grano di pepe".
LOTTA
Campionamento: esaminare 100 infiorescenze, su 5-10 piante a caso. La percentuale di infestazione ottenuta, divisa per 3, consente di ottenere la stima del danno che
verrà poi arrecato alle drupe dalla generazione carpofaga.
Chimico:
Soglia di intervento: oltre il 30-35% di fiori infestati. Tale soglia corrisponde approssimativamente al 10- 15% di frutti infestati dalla generazione carpofaga. Per
le olive da tavola la soglia d’intervento va ridotta alla metà
Per le olive da tavola può essere giustificata la lotta contro la generazione antofaga quando la fioritura è scarsa e se l'infestazione interessa oltre il 10-15% delle
mignole.
Oltre a ciò, sempre in seconda generazione e al picco massimo di sfarfallamento, si possono usare dei ceppi a base di Bacillus thuringiensis per l'impiego in
olivicoltura biologica.
LOTTA
È una malattia molto comune, presente in tutte le regioni di coltivazione dell'olivo e segnalata già in epoche remote. Responsabile di questa alterazione è il batterio
Pseudomonas savastanoi (Smith).
Rogna dell’olivo
(Pseudomonas savastanoi)
È un batterio mobile di forma bastoncellare in grado di penetrare nei tessuti della pianta solo se sono lesionati o feriti per cause dovute a vari agenti come
grandine, gelo, insetti, potature e altro.
È però indispensabile la presenza dell'acqua (piogge o forti umidità) così da consentire al batterio lo spostamento nel mezzo liquido.
Una volta all'interno della pianta si può diffondere seguendo la via dei vasi linfatici potendo quindi originare nuovi tumori in punti lontani dal luogo di
penetrazione. Ha un periodo di incubazione variabile da uno a più mesi a seconda delle condizioni ambientali. Ottimali sono i periodi umidi con temperature attorno ai
25- 30°C.
CICLO
Possono essere colpite tutte le parti della pianta (foglie, gemme, radici), sviluppandosi però più frequentemente sui rametti giovani.
Si manifesta sotto forma di tuberosità tumorale irregolare che inizialmente è piccola liscia e di colore verde, ma successivamente aumenta screpolandosi sempre più
assumendo colore bruno.
I rami che vengono colpiti in modo massiccio si indeboliscono o disseccano, ma con forti infestazioni è la pianta intera a risentirne manifestando un deperimento
generale con scarse fioriture e incomplete maturazioni delle olive.
DANNI
Durante la potatura è bene eliminare i rametti con i tubercoli della rogna. Ciò consentirà di ridurre l’inoculo presente sulla pianta. In casi particolari si potrebbe
procedere all’eliminazione del singolo tubercolo (su grosse branche o sul tronco di piante giovani) se presenti in numero ridotto sulla pianta.
In tal caso è necessario procedere successivamente alla disinfezione della ferita e degli attrezzi utilizzati, con derivati rameici.
Negli oliveti infetti sarebbe preferibile non effettuare al potatura in giornate piovose o con elevata umidità; in tali condizioni climatiche le ferite di potatura
rappresenterebbero ottime vie d’infezione.
Potatura
Saissetia oleae
•Per la sua forma emiglobosa caratterizzata da un rilievo dorsale ad H e per la colorazione scura, è detta "mezzo grano di pepe".
•È la cocciniglia più diffusa e dannosa degli oliveti, ma essendo polifaga può svilupparsi a spese di molte piante di interesse agrario e ornamentale.
DANNI
•Provoca un danno diretto con la sottrazione della linfa e uno indiretto provocato dal rilascio della melata. Quest'ultima si deposita sulla vegetazione sottostante e
favorisce lo sviluppo di funghi saprofiti che, incrostando rami e foglie, riducono la fotosintesi e gli scambi gassosi:la fumaggine.
•Un solo individuo è in grado di produrre una quantità di melata tale da coprire oltre 30 foglie.
•Tutto ciò causa un deperimento progressivo degli olivi che si manifesta con una generale diminuzione dell'attività vegetativa, con scarse fioriture e fruttificazioni.
CICLO
•Può compiere 1 o 2 generazioni annuali, a seconda delle condizioni climatiche. Sverna in prevalenza come neanide di 2a/3a età. Quest'ultime, tra aprile e maggio
raggiungono l'età adulta. Spesso l'ultima muta è preceduta da una migrazione delle neanidi dalle foglie ai rametti di olivo.
•A partire dal mese di maggio inizia l'ovideposizione che si prolunga fino a luglio. Ogni femmina può deporre da 200 ad oltre 1000 uova. Durante l'estate (luglio-
agosto) schiudono le neanidi che si fissano sulla pagina inferiore delle foglie. La prima e la seconda muta avvengono in settembre-ottobre.
•Alcuni individui possono anche raggiungere lo stadio adulto ed avviare una seconda generazione.
LOTTA
•La cocciniglia è favorita dall'ombreggiamento della chioma e dalle eccessive concimazioni. Si consiglia perciò di non eccedere con i concimi azotati e di procedere a
potature di sfoltimento.
•In natura una numerosa corte di predatori e parassiti provvede al controllo biologico della specie. Tra essi troviamo le coccinelle (Chilocorus bipustulatus L. e
Exochomus quadripustulatus L.) che predano uova e neanidi, le larve del lepidottero Coccidiphaga scitula (Rbr.) che preda le uova e altri ancora come antocoridi e
crisopidi.
LOTTA
•Il trattamento, per risultare efficace, si farà tra luglio e agosto allorquando oltre il 60% delle uova sono schiuse e le giovani neanide di 1^ e 2^ età sono
fuoriuscite dallo scudetto della madre intervenendo proprio contro di queste con Carbaryl (250 gr/hl) aggiunto di olio bianco (200 cc/hl) con azione adesivante; in
caso di forte infestazione ripetere il trattamento dopo 15 giorni.
•Nella lotta biologica risulta essere efficace intervenire nel momento della fuoriuscita di almeno il 60% delle giovani neanide (si può notare anche ad occhio nudo una
polverina di color arancione-rosacea, intorno allo scudetto di cocciniglia) con un trattamento di solo calce idrata sciogliendo in 100 litri d’acqua 3 Kg di calce la
quale agisce come disidratatore contro le giovani neanide che in questo periodo sono prive dello scudetto di protezione. Eliminata la cocciniglia è opportuno trattare
con prodotti rameici per combattere la fumaggine.
Il responsabile è un fungo deuteromicete, il Verticillium dhaliae Cleb. Quello che rende temibile il verticillio sono gli organi di propagazione i quali si possono
conservare per molto tempo (anche 10-15 anni) in terreni che hanno ospitato precedentemente piante erbacee orticole infette.
La malattia interessa sporadicamente anche le piante adulte, sebbene questo aspetto sia da considerare solo nel caso che la pianta venga individuata quale fonte di
prelievo per il materiale verde da destinare alla riproduzione.
VERTICILLOSI
La penetrazione del fungo all’interno delle piante di olivo avviene in genere attraverso le radici, a partire da lesioni causate da insetti, nematodi oppure attrezzi
meccanici.
Più rara, ma sempre possibile, è la penetrazione attraverso rami tagliati con le operazioni di potatura.
La sintomatologia in seguito all’attacco della tracheoverticilliosi si manifesta con due tipi di decorsi: acuto o cronico.
Decorso acuto- Nella sindrome acuta le foglie, all’inizio, appassiscono leggermente per poi disseccare e piegarsi a doccia nell’arco di pochi giorni assieme ai rami
dove a volte restano attaccate; questo dipende dalla rapidità con cui si verifica la malattia. Le piante colpite, a volte secondo quanto riportato dalla letteratura
scientifica, tendono a reagire mediante l’emissione di nuovi polloni nella parte inferiore del tronco.
Decorso cronico - La sindrome cronica si manifesta in maniera molto più lenta rispetto al caso precedente; le foglie ingialliscono, disseccano progressivamente, infine
cadono. In tutte e due i casi i sintomi compaiono prima sulla parte aerea per poi diffondersi verso il basso.
Modalità dell’infezione
In ambo i casi, facendo una sezione di un rametto, questo presenta un’anormale colorazione marrone o bruno -nerastra, dei vasi di trasporto situati subito al di sotto
della corteccia. I sintomi solitamente compaiono alla ripresa vegetativa e vanno man mano aumentando col decorso stagionale. Alla fine dell’estate, i sintomi possono
regredire, per poi in genere ripresentarsi con maggiore intensità l’anno successivo.
VERTICILLOSI
L’unica terapia che oggi è possibile praticare alle piante ammalate è l’asportazione e la bruciatura delle parti deperite o seccate, disinfettando i tagli più grossi
con una miscela di “vinavil+benomil al 1%. La realizzazione di oliveti, in terreni precedentemente utilizzati per colture orticole, deve essere effettuata solo dopo
alcuni anni
Prove di lotta alla verticillosi dell’olivo (Verticillum dahliae) con iniezioni alle branche del principio attivo Fosetyl Aluminum
E’ buona norma operare un’attenta e continua disinfezione degli attrezzi della potatura con ipoclorito di sodio per evitare la trasmissione del fungo: è opportuno
potare separatamente le piante malate alla fine rispetto a quelle sane.
L'uovo di colore variabile dal bianco pallido al giallastro è di forma ellittica, appiattito, e delle dimensioni di 1 x 0,5 mm.
La larva, di colore verde brillante talvolta con riflessi vinosi, ha il capo giallastro ed è lunga circa 20 / 22 mm. la crisalide presenta un colore dapprima
verdastro che si oscura gradatamente fino a marrone e misura circa 12 / 16 mm. di lunghezza e 3 / 4 mm. di larghezza.
La crisalide, di colore testaceo sfumato, ha una lunghezza che varia da 12 a 16 mm. e presenta una carena longitudinale mediana.
Margaronia
L’adulto è una farfallina di colore bianco madreperlaceo brillante con margine anteriore delle ali nocciola chiaro; l’apertura alare e’ di circa 25 / 30 mm; il maschio
si differenzia per un ciuffetto di squame allungate nella parte terminale dell’addome.
Margaronia
•depone le uova sui nuovi germogli e le larve si nutrono delle foglioline tenere
•può compiere 4-5 generazioni a partire dalla primavera
•è dannosa solo sulle piante giovani perché può ostacolarne l’accrescimento
•Si possono usare il triclorphon, fenitrothion microincapsulato ecc
Controllare i germogli
•controllare periodicamente i germogli in primavera e a fine estate (seconda crescita dell’olivo) per verificare la presenza delle larvette verdi e dei fili sericei
che formano intorno alle foglioline
danno da palpita unionalis
OZIORRINCO
L' Otiorrhynchus cribricollis (Gill.) è un coleotterocurculionide molto comune oltre che sull'olivo anchesu vite, pesco, fragola e varie piante forestali eornamentali.
Oziorrinco - Parassiti e Malattie
È un insetto che da adulto pratica delle tipiche erosioni dentellate sui margini fogliari. Rode anche la corteccia dei giovani germogli o, conforti infestazioni, i
piccioli di foglie e drupe provocando cascole anche notevoli
OZIORRINCO
Il controllo si esegue sulle piante più sensibili e cioè quelle giovani al 1°-2° anno di impianto. Andranno usati esteri fosforici trattando però solo le piante
perimetrali rivolte verso siepi o boschi da cui partono le infestazioni.
Ai fini della difesa però sono molto utili anche le bande adesive o le colle da fissare alla base dei tronchi. Come lotta biologica, attualmente sono in commercio dei
prodotti a base di nematodi ento-moparassiti (Steinernerna spp. e Eterorhabditis spp.) che agiscono contro le larve presenti nel terreno
PHLOEOTRIBUS SCARABAEOIDES
parlatoria